Nel pieno delle avanguardie di inizio Novecento Maria Montessori, capostipite della pedagogia moderna, elaborò un testo sui principi dell’educazione infantile, dove metteva al centro il rispetto per la spontaneità del bambino e la necessità di educarlo all’indipendenza.
«Il piccolo – scriveva la Montessori – rivela se stesso solo quando è lasciato libero di esprimersi», evidenziando così la necessità di aiutare i bambini a crescere in un ambiente pronto ad accoglierli e in cui possano acquisire le capacità per fare da soli.
Il metodo Montessori ha ispirato così, non solo la costruzione di giochi e oggetti utili per la vita quotidiana dei bambini, ma anche il design di elementi di arredo «leggeri, precisi, lineari, funzionali, maneggevoli, semplici, dai colori, forme ed estetica accattivanti».
Quante volte i bambini ci hanno chiesto aiuto perché “sono piccoli” per prendere gli oggetti posti in alto o per scendere dal letto?
L’arredo in stile Montessori punta ad eliminare tali difficoltà con soluzioni studiate ad hoc per ogni ambiente della casa. Nella cameretta i letti sono ad un’altezza ridotta (al di sotto dei 20 cm) che permette anche ai bambini più piccoli di salire e scendere facilmente. I giochi sono organizzati in contenitori disposti su mensole basse alla loro portata e anche l’interno dell’armadio è abbassato, con appendini da cui è facile prendere i vestiti. Nel bagno uno specchio infrangibile ad altezza bambino può aiutarli nelle operazioni di lavaggio quotidiano e anche nell’ingresso si può preparare un appendiabiti basso su cui i bambini possono mettere e prendere da soli la giacca. Le industrie del design hanno sempre attinto a piene mani dalle indicazioni montessoriane studiando il modo migliore per dare una percezione dell’oggetto come facilmente accessibile e sperimentabile da ogni lato.
Come non ricordare L’ABITACOLO di Bruno Munari? Era il 1971. «Letto, scrivania, libreria, ripostiglio, mobile trasformabile. Tutto progettato in modo tale da crescere con la persona, da cambiare aspetto e funzione secondo le esigenze, capace di assumere la personalità di chi lo occupa». O la geniale sedia Tripp Trapp della STOKKE creata dal designer norvegese Peter Opsvik nel 1972? I bambini potevano finalmente sedere comodamente a tavola e la possibilità di regolazione consentiva di adattare la sedia alla crescita del bambino. E ancora abbiamo aziende storiche come la FOPPAPEDRETTI e le grandi catene di distribuzione come IKEA che con le loro collezione di mobili per bambini hanno combinato forme organiche con la praticità di uno stile moderno. Ma non basta solo questo… Oggi non si tratta più di creare mobili che crescano con i bambini e siano una riproduzione in scala di elementi da adulti. L’oggetto di design è disegnato tenendo conto della sensorialità del bambino e con un approccio non trascurabile al mondo naturale, che costituisce il reale nesso tra reale e futuro.
Portavoce di questa nuova tendenza è la Flowerssori, un’azienda rigorosamente made in Italy, che oltre a progettare mobili dal design accattivante, conferisce loro un impatto tattile e sensoriale. E cosa non trascurabile: un’impronta ecologica. In totale assenza di ferro e plastica, i mobili della Flowerssori in legno di faggio o frassino curvato “sembrano vivere”. Quando li sposti senti il movimento del legno, ne apprezzi il profumo dell’essenza. Il tronco dell’albero, non ha giunture perchè derullato in unica sfoglia, così che il bambino ne percepisca al tatto la matericità, le curve e i nodi. E già una scuola pubblica di infanzia ha scommesso su Flowerssori a Cascina, in provincia di Pisa ottenendo la certificazione in classe A+ dai test di CasaClima, per la vocazione “green” dell’intero progetto dalla struttura all’arredo.
Dunque la ricchezza del sistema educativo Montessori, anche a distanza di un secolo, continua ad abbracciare non solo il design, ma anche l’educazione sociale ed ecologica per guidare i bambini che poi saranno grandi verso una nuova e sempre crescente consapevolezza. D’altro canto “l’educazione non è solo un episodio della vita”.