Nel 2010-2011 una grande mostra realizzata nel Museo Civico Chiesa di San Francesco, a Udine, mappava la produzione di design del Friuli Venezia Giulia. Nel 2016 nasceva il Museo del Design del Friuli Venezia Giulia, MuDeFri, un museo esclusivamente virtuale dedicato alla valorizzazione della cultura del progetto locale, e non solo. Nel 2017 il MuDeFri attiva Udine Design Week con date stabilite 2-9 marzo, settimana identificata dai partner commerciali come idonea perché collocata al momento del cambio stagione.
Udine Design Week fin da subito si caratterizza per il coinvolgimento dei diversi attori presenti sul territorio in un circuito che valorizza tutta la filiera del design, dal progettista al consumatore passando per aziende, negozi e scuole. Obiettivo: fare comunità, creare consapevolezza, riconoscere la creatività attraverso l’offerta di un evento culturale capace di coinvolgere i cittadini e attrarre i turisti. Per una settimana le vetrine diventano un museo a cielo aperto, teche in cui sono inseriti prodotti di design; i negozi sono luoghi di cultura dove organizzare incontri di approfondimento legati al mondo della manifattura artigianale e industriale; il design entra nelle piazze, logge, musei di Udine.
L’edizione pilota (2-9 marzo 2017) conta 10 location e ottiene il patrocinio di Italian Design Day. Fin da subito il Comune di Udine è partner istituzionale. L’edizione del 2018 (2-9 marzo) raddoppia le location e triplica gli eventi. L’edizione 2019 (2-9 marzo) raccoglie 62 adesioni e programma 70 eventi. L’edizione 2020 (2-8 marzo), pur penalizzata dall’emergenza Covid-19, vede l’ingresso del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Udine in qualità di partner attivo, a cui si aggiunge PromoturismoFVG quale partner strategico.
Il Museo del Design del Friuli Venezia Giulia, associazione culturale no-profit, ideatore e organizzatore di Udine Design Week è riuscito in un intento quasi impossibile: organizzare una manifestazione territoriale senza aver ricevuto nessun incarico, grazie alla passione e alla determinazione delle curatrici, Anna A. Lombardi e Daniela Sacher e di tutti i volontari che, nel tempo, hanno voluto partecipare all’iniziativa.